Il tradimento di Ippocrate o la medicina degli affari
\Riassunto del libro
IL TRADIMENTO DI IPPOCRATE - LA MEDICINA DEGLI AFFARI
IL TRADIMENTO DI
IPPOCRATE
del dottor Domenico
Mastrangelo
CAPITOLO
1 - PERCHÉ UN ALTRO LIBRO SULLA MEDICINA?
CAPITOLO
3 - LA MEDICINA CHE NON GUARISCE, CHE FA MALE O CHE UCCIDE
CAPITOLO
4 - AFFARI DELLA MEDICINA E MEDICINA DEGLI AFFARI
CAPITOLO
5 - FARMACI, FRODI MEDICHE ED EFFETTO PLACEBO
CAPITOLO
6 - LA MEDICINA INFALLIBILE
CAPITOLO
7 - GLI ERRORI MEDICI
CAPITOLO
8 - LA PRESUNZIONE DI SCIENTIFICITÀ
CAPITOLO
9 - EROI DIMENTICATI DELLA MEDICINA
CAPITOLO
9 - MAFIE MEDICHE ALL’OPERA:
CAPITOLO
10 – EPILOGO: LA MEDICINA CHE VORREI
Presentazione
Mastrangelo-
scrive da anni contro il sistema che - su alcune scoperte e metodiche - è stato
costruito più per il vantaggio di
accademici e camici che per l’ulteriore progresso scientifico e tecnologico
e la sconfitta dei mali che affliggono l’umanità.
Questo libro
affronta le questioni più delicate della conoscenza e della clinica. Il sistema
sanitario scricchiola sinistramente.
Nel giugno
2008 la Guardia di Finanza ha eseguito quattordici ordinanze di custodia
cautelare nei confronti di primari, ex primari e altri medici della clinica
privata Santa Rita di Milano con l’accusa di avere eseguito interventi inutili per ottenere rimborsi
dal SSN.
CAPITOLO 1 - PERCHÉ UN ALTRO LIBRO SULLA MEDICINA?
È un dovere
morale informare i cittadini quando i contenuti dell’informazione sono
rappresentati da fatti gravi e potenzialmente lesivi dell’incolumità e
dell’integrità di chi, ignaro, si avvicina al medico e al Sistema Sanitario con
una precisa richiesta di aiuto e di sostegno.
Il dottor
Mastrangelo afferma di amare la medicina ma ritiene che essa sia stata travolta
dalla potenza dell’industria farmaceutica e si sia trasformata in uno strumento
al servizio del business più che della gente.
Pertanto,
vuole mandare questo messaggio al lettore:
·
abbandonare la divisione tra le medicine e
studiare cosa hanno da dire;
·
rigettare il mito che con la medicina si possano
conseguire ricchezze materiali e accogliere l’immensa ricchezza interiore delle
altre culture e tradizioni;
·
restituire ai medici la libertà di decidere come
curare i suoi pazienti e al paziente di decidere come essere curato.
I contrasti
tra le medicine sono un artificio per giustificare e continuare a far prevalere gli interessi delle industrie
farmaceutiche (e della classe medica) perfino a danno della salute della gente.
Benjamin Rush,
medico di George Washington, ammoniva i colleghi che se non si inseriva nella
Costituzione la libertà della medicina, essa si sarebbe organizzata in una
dittatura clandestina.
CAPITOLO 2 - QUALE MEDICINA?
Deluso da
quanto ha imparato nella facoltà di medicina l’autore del presente libro
dichiara di essere passato decisamente all’omeopatia sostenendo che la polemica
tra le varie scuole è dannosa alle persone bisognose di cure.
Ha potuto così
guarire persone che si erano rassegnate
a portarsi dietro le loro sofferenze per l’incapacità della Medicina
Convenzionale. Lui stesso ha tratto molti benefici dalle cure omeopatiche e
non prende più medicinali da anni. Ecco perché la Medicina farmaco-dipendente e
business-dipendente non vede di buon occhio le medicine che riducono
drasticamente o aboliscono l’impiego dei farmaci.
CAPITOLO 3 - LA MEDICINA CHE NON GUARISCE, CHE FA
MALE O CHE UCCIDE
Quasi nessuno
dubita nei Paesi sviluppati dell’efficacia dei farmaci e la Medicina ne fa il
suo punto di forza.
L’esperienza
del dottor Mastrangelo è che non è affatto così: in realtà i farmaci controllano i sintomi ed occorre usarli a vita,
tutto ciò non si può definire cura, anzi si può dire che non esistono malattie
che si curino con i farmaci, tanto meno l’AIDS e il cancro (http://listvers.com/health/top-10-incurable-deseases/
oppure una lista più dettagliata si può trovare in http://en.wikipedia.org/wiki/list
of-incurable-deseases)
E se a volte
la cura sembra efficace, come quella contro i batteri, occorre pagare un
prezzo, quello dell’aumentata resistenza dei batteri agli antibiotici.
La conseguenza
è che oggi le industrie farmaceutiche preferiscono dirottare gli investimenti
verso settori più redditizi piuttosto che nella ricerca e sperimentazione di
nuovi antibiotici, così l’umanità è sempre più esposta a infezioni per le quali
non esiste una cura.
Riguardo alla
chemioterapia il dottor Mastrangelo afferma che:
·
chi ha avuto dei parenti o amici morti di cancro
risponde con un secco NO alla domanda sull’efficacia della chemioterapia;
·
certamente la chemioterapia è efficace a
distruggere le cellule tumorali, ma nessun medico che abbia buona fede e
coscienza può negarne gli effetti
estremamente tossici per tutto l’organismo, specialmente per i tessuti a
crescita più rapida come quelli emopoietici, linfatici e la cute.
·
Il libro CANCRO SPA - di Marcello Pamio – e
quelli consigliati in esso - consentono di conoscere la verità nuda e cruda.
·
Praticamente tutti i chemioterapici di uso
corrente sono cancerogeni. Numerosi sono i casi di nuovi tumori indotti in
soggetti trattati con chemioterapici per lunghi periodi o a dosi elevate. Così
mentre viene distrutto il tumore esistente se
ne causa un altro (o magari due) più aggressivo e resistente alla terapia
farmacologica.
·
Per di più i farmaci sono utilizzati con dosaggi
basati sul peso o la superficie corporea, anziché stabiliti secondo le
caratteristiche bio-patologiche della persona dal momento che la reattività
individuale è legata alla costituzione genetica.
·
Uno studio che mette insieme i risultati di
molte ricerche ha portato alla conclusione che il contributo della
chemioterapia antitumorale alla sopravvivenza a cinque anni dalla diagnosi di
cancro non è superiore al 2%, il che equivale a dire che la chemioterapia
antitumorale è TOTALMENTE INEFFICACE.
·
Tra le poche fonti di dati contrari agli
interessi farmaceutici è il libro DEATH BY MODERN MEDECINE, di Carolyn Dean e
altri. In esso si fa uno straordinario resoconto sul Sistema Sanitario
Americano il quale tra reazioni avverse e la cattiva pratica della Medicina
miete annualmente più vittime di quanto
non facciano le malattie cardiache e il cancro che, nell’impressionante
classifica, sono al secondo e al terzo posto rispettivamente.
N.d.R.: l’affermazione che la diagnosi precoce dei tumori aumenta la
sopravvivenza – cioè che le terapie della medicina ufficiale allungano la vita dei
cancerosi - è una beffa dimostrabile con l’aritmetica. Supponendo, infatti, che
una volta si diagnosticassero i tumori quattro mesi prima della morte e ora
quattro anni - ossia 48 mesi - prima e che le cure mediche non avessero alcuna
influenza sulla durata della vita,
se nessuno si sottopone alla diagnosi precoce la sopravvivenza resta di
quattro mesi (100*4+0*48) /100=4 mesi;
se la metà dei malati sceglie la diagnosi precoce, la sopravvivenza sale
a 26 mesi: (50*4+50*48) /100=26;
se tutti scelgono la diagnosi precoce, la sopravvivenza sale a 48 mesi (0*4+100*48)
/100=48.
E perfino se le terapie mediche dimezzassero la vita residua e tutti si
sottoponessero alla diagnosi precoce la sopravvivenza salirebbe da due mesi a
due anni. (0*2+100*24) /100=24.
CAPITOLO 4 - AFFARI DELLA MEDICINA E MEDICINA DEGLI
AFFARI
Il dottor
Mastrangelo ha constatato che il successo nella Medicina non dipende quasi mai
dalla preparazione e dalla competenza ma da altre qualità, come la vocazione al
‘servizio’ di qualche barone che ti accompagni lungo la strada del successo,
spesso al prezzo della tua dignità e molte volte anche della tua integrità
psicofisica. I giovani laureati anche trent’anni prima (della pubblicazione di
questo libro, avvenuta nel 2010) dovevano arrangiarsi a fare tutti i lavori per
sbarcare il lunario.
Lui è stato
trasformato in ‘meteco’ da un sistema che
non riconosce il valore del merito, della cultura, della competenza e capacità
ma solo della corruzione, dell’immoralità e dell’affarismo a tutti i costi.
Ma tutto ciò
non sembra preoccupare nessuno, nemmeno il mondo dell’informazione che se ne
occupa solo quando la gente va in vacanza perché in altri tempi parla di
politica, sport e cronaca.
Tutto ciò
comporta un grave pericolo per coloro che hanno bisogno di cure.
Essendo lungo
il tempo che occorre per accertare la sicurezza di un nuovo farmaco, i laboratori
sono spinti a ridurre il tempo anche facendo gli esperimenti sui degenti e non solo sulle cavie e spesso si assiste
al ritiro dal commercio di prodotti erroneamente (o per convenienza) giudicati
sicuri e che poi si rivelano pericolosi veleni che uccidono una parte dei
malati o li rendono invalidi per il resto della vita.
Si dovrebbe
anche capire che l’industria
farmaceutica ha bisogno di gente malata: la cura definitiva delle malattie
sarebbe la fine di tale industria.
Anzi essa ha interesse a far credere alle persone sane
di essere malate per vendere loro delle medicine, magari di dubbia efficacia
e in effetti il suo settore commerciale inventa letteralmente delle malattie
pur di vendere farmaci.
Quando lavorava
come farmacologo clinico il dottor Mastrangelo ha constatato che quando c’era
bisogno di un’opinione di peso su un prodotto riuscito male, bastava andare a
trovare il “luminare” di turno e promettergli un bel po’ di quattrini e lui
eseguiva una sperimentazione clinica con la quale dimostrava la superiorità del
prodotto su quelli concorrenti. Altri manipolavano i dati sui prodotti
commercialmente scadenti.
Le istituzioni
accademiche si associano a industrie farmaceutiche per formare centri di
ricerca che assicurano alle prime i finanziamenti necessari.
Ne derivano le
conseguenze seguenti:
·
i ricercatori possono intraprendere uno studio
solo in base a quanto può rendere anziché alla sua rilevanza scientifica (cioè
ricerca sui farmaci anziché sulle cause e i meccanismi delle malattie);
·
gli studenti imparano ad affidarsi ai farmaci
più di quanto dovrebbero;
·
si abituano a ricevere doni e favori dall’industria
che influenzano la loro formazione.
CAPITOLO 5 - FARMACI, FRODI MEDICHE ED EFFETTO
PLACEBO
I farmaci sono
in molti casi un’invenzione dell’industria farmaceutica per speculare sulla
salute della gente per tutta la vita o immettendo sul mercato prodotti meno
efficaci ma più costosi tenendo in mano le redini della ricerca grazie al suo
spropositato potere economico.
Questo le ha
dato anche la possibilità di ridefinire ciò che deve essere considerato
malattia e c’è il serio rischio che in futuro la popolazione sarà sottoposta
alla somministrazione coatta di farmaci, magari sotto la sorveglianza di corpi
speciali di polizia arruolati allo scopo dall’industria farmaceutica con la
benedizione di governi e istituzioni.
L’industria
farmaceutica non ha mai sostenuto campagne di prevenzione insegnando alla gente
su come prevenire le malattie.
Essa ha anzi
imposto la Sperimentazione Clinica Controllata (SCC) come modo attraverso il
quale un farmaco può essere immesso sul mercato, cioè provato nei pazienti e
confrontato con i farmaci precedenti o con dei placebo.
Ciò non
garantisce la sicurezza e l’efficacia di un farmaco poiché non esistono al
mondo due persone perfettamente uguali, cioè che reagiscono allo stesso modo a
un dato farmaco. La farmacogenetica e la farmacogenomica, che sono parti della
Medicina Convenzionale, hanno mostrato che bisogna adattare le terapie al
singolo individuo. Ciò è stato messo in evidenza dalle Medicine Non
Convenzionali da secoli.
Per di più gli
elevati costi della SCC fanno sì che da un lato essa venga evitata
fraudolentemente anche nascondendo alla FDA i decessi avvenuti in seguito alle
terapie, dall’altro impediscono alle imprese meno forti di far accettare i
propri farmaci, così si favoriscono i monopoli.
Infine c’è il
problema dell’effetto placebo, cioè della guarigione con l’impiego di acqua e
zucchero anziché di un vero medicinale. Se il 20% dei malati guarisce col placebo
e il 50% col farmaco vero, si dovrebbe detrarre quel 20% dal 50% e ridurre così
i meriti del medicinale.
L’industria
farmaceutica si scaglia contro le Medicine Non Convenzionali affermando che
esse non sono scientifiche perché basate sull’effetto placebo mentre molti suoi
farmaci immessi in commercio grazie alla Sperimentazione Clinica Controllata
sono rappresentati proprio da placebo.
CAPITOLO 6 - LA MEDICINA INFALLIBILE
Oggi il
rapporto medico-paziente si sta sempre più riducendo alla prescrizione di esami
clinici e di farmaci.
Tutto ciò non
è un bene, poiché:
così non si
coltivano le conoscenze acquisite in tanti anni di studio in particolare della
semeiotica, ossia l’arte di diagnosticare le malattie a partire da segni e
sintomi;
non si
rafforza il rapporto col paziente che è il vero fondamento di qualsiasi atto
terapeutico e si aumentano i costi delle degenze e della spesa sanitaria in
generale;
inoltre la
tecnologia non è infallibile e il medico può non essere in grado di interpretare
bene ciò che quella rivela e di distinguere il normale dal patologico. Spesso
ciò che si vede in un esame diagnostico non corrisponde affatto ai sintomi
soggettivi riferiti dal paziente.
Inoltre, si
perde di vista l’individuo nel suo insieme.
Infine non possiamo
sapere se l’anomalia rivelata dall’analisi è una risposta adattativa momentanea
dell’organismo a qualche stimolo che non conosciamo.
La tecnologia
ci fornisce un quadro eccessivo di informazioni che quasi mai aiutano a
chiarire un quesito diagnostico o la differenza tra patologia e normalità.
A volte il
ricorso alla tecnologia e a un eccessivo numero di esami clinici serve al
medico come difesa contro gli errori e di pagarne le conseguenze.
Tuttavia, tale
cosiddetta medicina difensiva garantisce guadagni ingenti ai medici che
possiedono centri di diagnostica e prescrivono esami in eccesso e spesso
inutili.
In questo
modo, da un lato, si sta arrivando a spese insostenibili per i bilanci statali
e, dall’altro, alla negazione dei principi basilari e della pratica della
scienza medica che dovrebbe occuparsi della salute della gente.
Succede che
numerosi malati vengano dimessi senza diagnosi dopo essere stati sottoposti a
centinaia di esami clinici e a terapie con costosissimi farmaci. Così la Medicina
è diventata la culla del malaffare, dell’illegalità e dell’immoralità.
CAPITOLO 7 - GLI ERRORI MEDICI
Un errore del
medico di oggi è di supporre che basti concentrare l’attenzione sulla
patologia, ossia sui sintomi che il paziente dichiara. Invece gli sarebbe
necessario conoscere il percorso umano, fisiologico, biologico e psichico
attraverso il quale è arrivato alla situazione che gli viene presentata.
Sottoponendo
il malato a numerosi esami clinici, il medico corre il rischio di trovare qualcosa
di alterato, anche in completa assenza di malattia, e di sbagliare sia diagnosi
che terapia.
CAPITOLO 8 - LA PRESUNZIONE DI SCIENTIFICITÀ
La gente crede
che la medicina sia una scienza esatta. Al sentire che nel Regno Unito si è
deciso di istituire corsi di Laurea in Medicine Complementari David Colquhon ha
affermato che tali Medicine sono anti-scientifiche.
Mastrangelo si
domanda quanto sarebbe disposta ad offrire l’industria farmaceutica per
sostenere tale ‘nobile’ battaglia contro la diffusione delle Medicine
Complementari e conclude che non è solo malignità la propria visto che Colquhon
è direttore onorario del Laboratorio di Farmacologia Molecolare della Welcome,
che tra l’altro ha prodotto il farmaco killer AZT contro l’AIDS.
Questa
Medicina fondata tutta su farmaci tossici e potenzialmente pericolosi, per di
più somministrati senza tener conto delle differenze tra gli individui, non
merita il nome di scienza ma di affarismo sulla pelle e a spese di chi sta
male.
A loro volta,
coloro che commentano il rapporto Flexner – che un secolo fa ha iniziato negli
USA la cosiddetta medicina scientifica – affermano che la formazione morale
degli studenti di medicina deve mettere al primo posto le necessità del
paziente, ma se così fosse si farebbe qualcosa per evitare le stragi farmacologiche
e gli errori medici, si userebbero i farmaci meno pericolosi e più efficaci, ad
esempio i diuretici contro l’ipertensione essenziale, anziché quelli nuovi che
sono più pericolosi, più costosi e meno efficaci.
Il dottor
Mastrangelo testimonia che spesso nella sua vita professionale non era in grado
di affrontare la situazione con gli insegnamenti della medicina su malattie che
non si trovano nella realtà con le caratteristiche previste sui libri. Egli condivide
il pensiero di Hahnemann, fondatore dell’omeopatia, il quale affermava che
bisogna guarire il malato, non la malattia.
CAPITOLO 9 - EROI DIMENTICATI DELLA MEDICINA
1) Jacques Benveniste
Tale
scienziato, col suo team francese, nel 1988 dimostrò che un test di laboratorio
per la diagnosi delle reazioni allergiche funzionava anche quando uno dei
reagenti impiegati era diluito al punto di non essere più fisicamente presente
nella soluzione.
Egli
concludeva che l’acqua in cui era stato sciolto il reagente ne conservava
memoria anche quando esso era praticamente sparito dalla soluzione, dopo
ripetute diluizioni e scuotimenti, come normalmente si preparano i farmaci
omeopatici.
L’editore di Nature,
Maddox, gli chiese di ritirare l’articolo o lui avrebbe pubblicato un suo
commento contro le deduzioni dello scienziato e così fece col titolo: “Le alte
diluizioni, una delusione.”
Benveniste
ebbe una reprimenda da parte della INSERM con la minaccia che se non avesse
sospeso quel genere di studi il suo laboratorio sarebbe stato chiuso. Il che fu
fatto nel 1994 malgrado che nel 1993 Sainte-Laudy, del team di Benveniste,
avesse dimostrato che l’attivazione di cellule deputate alla risposta allergica
era inibita da elevate diluizioni di istamina. Questa volta l’editore di
Inflammation Research aveva pubblicato l’articolo senza obiezioni semplicemente
precisando che “gli Autori sono incapaci di spiegare le loro scoperte ma
incoraggiano altri a indagare questi aspetti”.
Benveniste
morì nel 2004 portandosi nella tomba l’amarezza per questa vicenda.
Le
multinazionali del farmaco vedono come il diavolo vede l’acqua santa i
risultati di tali esperimenti ma cercano di mimetizzarlo dietro una cortina
fumogena fatta di pretesa scientificità, mentre è proprio della scienza
indagare alla ricerca di spiegazioni anziché pubblicare solo i fatti per i
quali la spiegazione c’è già.
2) William Horatio Bates
Bates (1860-1931)
era un chirurgo oculista di successo e molto rispettato e col tempo aveva
maturato sue convinzioni e teorie sulla causa dei difetti visivi. Così iniziò a
insegnare agli studenti di Medicina come
curare la miopia senza l’impiego di lenti correttive e per questo venne espulso
dalla facoltà.
In seguito il
dottor Bates si convinse che le lenti deteriorano lentamente e progressivamente
la vista e scoprì che la vista migliorava o peggiorava secondo che il paziente
fosse rilassato o teso e che i muscoli all’esterno dell’occhio – e non il
cristallino e il muscolo ciliare interni all’occhio - potevano modificarne la
forma e produrre difetti visivi.
Secondo Bates tutti i difetti
visivi più comuni – ipermetropia, miopia, astigmatismo, presbiopia – sono
dovuti a un anormale stato di tensione dei muscoli all’esterno dell’occhio.
Perciò mise a punto esercizi di ginnastica oculare per restituire variabilità
alla vista, la quale è invece ridotta nei portatori di lenti. Disgraziatamente
le lenti positive col tempo causano ipermetropia e quelle negative portano alla
miopia e finiscono col diventare indispensabili.
Il metodo
Bates oggi è insegnato in tutto il mondo ma continua a essere deriso dalla
stragrande maggioranza degli oculisti.
3) Pierre Jacques Antoine Bechamp
Questo grande
scienziato ebbe grandi meriti e titoli di studio, ma fu oscurato da un suo
rivale e contemporaneo, divinizzato dalla scienza moderna.
Si tratta di
Louis Pasteur, un chimico, a cui è attribuiti la spiegazione del meccanismo
della fermentazione, la sterilizzazione del latte, il vaccino contro la rabbia
e la teoria dei germi, fondamento della moderna microbiologia.
In realtà,
interi libri parlano di lui come di un impostore, ma essi sono tenuti nascosti
dalla scienza ufficiale.
Gli si
attribuisce la frase detta in punto di morte: “Ha ragione Claude Bernard: il
terreno è tutto, il microbo è niente.”
Il principio
dell’importanza del terreno (ossia dell’individuo e delle condizioni che in
esso si creano) in caso di malattia scuoteva dalle fondamenta la teoria dei
germi come causa delle malattie.
In realtà
secondo Bechamp il germe è il “microzima” già presente nelle cellule
dell’organismo e cooperante con queste strutture in condizioni normali,
trasformato in microrganismo A CAUSA della malattia con lo scopo di difendere
l’organismo, nella funzione di spazzino.
La ricerca
moderna ha scoperto che nel nostro corpo alloggia un numero di batteri 10 volte
superiore a quello delle cellule e molti di essi sono indispensabili per molte
funzioni. Nel motore di ricerca PubMed si trovano molti riferimenti
bibliografici sull’importanza dei batteri nella fisiologia e nella patologia.
Lo storico
della medicina Gerald L. Geison nel libro THE PRIVATE SCIENCE OF LOUIS PASTEUR
afferma che tale personaggio rendeva noti al pubblico solo i risultati degli
esperimenti che confermavano i suoi punti di vista, mentre interpretava i
risultati contrari come dovuti a metodi sperimentali fallaci.
Un’altra
truffa di Pasteur fu quella di aggiungere il bicromato di potassio al suo
preteso vaccino contro l’antrace affermando di averlo invece esposto
all’ossigeno dell’aria. Così “dimostrò” che le pecore vaccinate si salvavano
mentre quelle non vaccinate morivano. Fece questo per non dividere il merito
con Jean-Joseph Henri Toussaint che utilizzava il bicromato di potassio contro
l’antrace.
Qualcosa del
genere Pasteur fece sperimentando il vaccino antirabbico direttamente su un
paziente, fingendo di averlo già sperimentato su molti cani. In realtà i
risultati sui cani erano stati deludenti, a quanto si leggeva sui suoi appunti.
3) Peter H. Duesberg
È professore
di biologia cellulare e molecolare. Ha scoperto e isolato il primo dei geni
oncogeni, ha ottenuto numerosi riconoscimenti: dalla National Academy of Science
e dal National Institute of Health. Nel tempo però ha maturato ipotesi sula
genesi del cancro e dell’AIDS che sono agli antipodi di quelle comunemente
accettate.
Non avendo
argomenti per confutarle, il sistema medico affaristico internazionale ha fatto
ricorso alla ridicolizzazione dipingendolo come un moderno don Chisciotte al
quale non vale la pena di prestare attenzione, ma molti lo ritengono un nuovo
Copernico. Egli sostiene che l’HIV non è la causa dell’AIDS; anzi ha scritto
che l’HIV non esiste. A sostegno di ciò ha portato la constatazione che – a
differenza di tutte le altre malattie infettive-:
·
l’AIDS colpisce solo il sesso maschile;
·
l’AIDS infetta solo una piccola parte delle
cellule bersaglio;
·
l’AIDS ha un tempo di latenza molto lungo
(addirittura 10 anni);
·
l’HIV non è isolabile dall’organismo colpito;
·
gli anticorpi compaiono prima che la malattia
colpisca.
Le vere cause
dell’AIDS, secondo Duesberg, sono la promiscuità, certe abitudini sessuali, le
trasfusioni di sangue, l’uso plurimo di siringhe infette, l’uso di droghe
psicoattive e infine l’AZT, ossia il farmaco che è usato come terapia dell’AIDS!
Per assistere adeguatamente un paziente di AIDS nei 24,2 anni previsti di
sopravvivenza occorrono 600.000 dollari: sarebbe ora di interrompere questa
corsa folle all’oro. Si possono trovare le tesi dello scienziato in PubMed
digitando Duesberg P.
Quanto al cancro,
l’industria farmaceutica comprando le opinioni di scienziati cerca di
convincerci che si tratta di una malattia genetica.
Al contrario,
Duesberg ha dimostrato che:
·
esiste una lunga lista di sostanze definite
cancerogene che non provocano mutazioni;
·
non è stata trovata ancora una mutazione specifica
per ogni specie di cancro;
·
nessuno dei presunti geni tumorali fin qui
isolati è in grado di trasformare le cellule normali in cellule tumorali;
·
tra l’applicazione di uno stimolo cancerogeno e
la trasformazione in una cellula tumorale passano mesi e anche decenni;
·
le cellule di un tumore sono estremamente
variabili sia nella struttura che nella funzione;
·
le cellule tumorali mostrano numerose
alterazioni sia quantitative che qualitative dei cromosomi, invece di restare
diploidi.
Nel caso del
cancro sarebbe la fiorente industria della genetica molecolare ad andare a
farsi benedire.
CAPITOLO 9 - MAFIE MEDICHE ALL’OPERA:
1) Il singolare caso del retinoblastoma
Non c’è
affatto da meravigliarsi di questo ostracismo contro i veri scienziati che cercano
la verità per il bene della comunità, poiché essa va contro gli interessi di
chi vuole speculare sulla salute.
Si è ormai
realizzata quella dittatura medica che Benjamin Rush aveva profetizzato e oggi
non è più nemmeno clandestina, è ben palese in tutta la sua prepotenza e
arroganza. E si può temere che in futuro non si accontenterà più
dell’emarginazione di chi osa opporsi ai suoi interessi, ma arriverà anche
all’eliminazione fisica dei suoi avversari.
A questo punto
l’autore racconta la sua esperienza personale. Si è occupato della genetica e
dell’epidemiologia del retinoblastoma maligno che colpisce la retina, in gran
parte dei casi nei bambini da 0 a cinque anni. Secondo la medicina tale tumore
è anch’esso dovuto a cause genetiche. Al contrario il dottor Mastrangelo – dopo
aver consultato la letteratura scientifica e l’esperienza tratta da circa 400
pazienti – afferma che l’ipotesi genetica non ha il sostegno né dell’evidenza
né della logica e condivide l’opinione dello scienziato Duesberg, ossia che è
l’aneuploidia a porre le basi della malattia, cioè un’alterazione quantitativa
e qualitativa dei cromosomi all’interno del nucleo cellulare).
Sia l’European
Journal of cancer, che l’international journal of cancer accettarono di
pubblicare un suo articolo sul retinoblastoma, ma dopo la pubblicazione su una
di esse l’editore dell’altra gli disse che non avrebbe più accettato articoli
da lui, perché simile a quello già pubblicato, quantunque l’autore che invece sosteneva
la tesi genetica avesse pubblicato 109 articoli alcuni dei quali con identico
titolo su entrambe le riviste.
Ciò mostra che
a molti interessa fare quattrini per mezzo di ricerche inutili piuttosto che
cercare la verità a beneficio dei malati.
2) Il dramma personale di un anonimo
ricercatore
mancato
Le industrie
farmaceutiche e le altre che producono e vendono apparecchi per laboratori e
diagnostica, protesi e quant’altro, ormai dànno alla medicina l’aria di una
scienza esatta. D’altro lato il consumo dei farmaci e tecnologie è la ragione
stessa dell’esistenza dell’industria che li produce.
Solo
un’umanità malata può consentire tutto ciò. Pertanto, i malati non possono
attendersi un miglioramento della salute da tali industrie.
L’autore sostiene
che il potere economico acquisito da chi specula sulla salute della gente sta
distruggendo la professione medica diffondendo i germi della corruzione,
dell’immoralità e dell’illegalità a tutti i livelli, come una pestilenza.
Gli ospedali trasformati
in aziende pensano a fare fatturato prescrivendo ai medici farmaci ed esami
diagnostici costosi e magari inutili. A loro volta, i medici che non fanno
fatturato con tali mezzi sono un peso morto di cui disfarsi.
I concorsi sono
banditi solo quando si è scelto almeno un candidato che deve vincerlo e i
commissari sono designati in anticipo, poi i capi dipartimento fanno ‘campagne
elettorali’ a favore di chi deve essere nominato e contro altri eventuali
pretendenti.
In questo modo
si sanno in anticipo i vincitori dei concorsi, magari i figli dei baroni
affinché prendano il posto dei loro padri.
Un ricercatore
lasciò un’occupazione sicura e sufficientemente gratificante nell’industria
farmaceutica per entrare come ricercatore nell’università italiana. Lavorò per
due anni con uno stipendio da fame, a mettere in piedi un laboratorio dietro
promesse del capo dipartimento, dopo altri sei anni si vide scavalcare nel
concorso dal figlio del suo capo, il quale, se lui non si fosse presentato,
sarebbe stato l’unico concorrente. (Gli altri vengono invitati ad aspettare il
concorso successivo). I Commissari si giustificarono affermando che lui aveva
una preparazione troppo settoriale.
CAPITOLO 10 – EPILOGO: LA MEDICINA CHE VORREI
1) VORREI UNA MEDICINA VERANENTE LIBERA
La medicina
nei Paesi democratici non è affatto democratica. Grazie al potere delle
multinazionali del farmaco questa medicina è riuscita a espropriare i medici
della capacità e della libertà di scegliere come curare i pazienti e costoro di
scegliere come essere curati.
Questo libro è stato scritto mentre imperversavano l’influenza suina e ‘gli
indecenti teatrini organizzati da mass media, governi e istituzioni per
sensibilizzare la popolazione alla necessità
della vaccinazione… contro un virus innocuo
(lo rivelano le statistiche) e comunque meno pericoloso di quello
dell’influenza stagionale’.
(N.d.R. Nel 2009 passando davanti
a un’edicola lessi sulla locandina che nel contiguo comune di Contigliano si
era verificata la morte di una ragazzina di 12 anni in seguito alla
vaccinazione. Disgraziatamente, non mi fermai a comprare quel quotidiano
altrimenti ora potrei sbatterlo in faccia ai signori del governo che hanno
stabilito vaccinazioni a raffica per i ragazzi. Infatti, l’inserto di quel
quotidiano è stato fatto ristampare prima di consegnarlo all’emeroteca
comunale, attribuendo quella morte a una malattia cardiaca, ma io tale episodio
non me lo sono inventato né sognato.
Se morti di questo genere su una
popolazione di questa provincia che è un quattrocentesimo di quella italiana si
verificassero ogni cinquant’anni saremmo a 8 morti l’anno a livello nazionale,
altro che “…questi sono casi” come disse con superficialità una GRANDE
scienziata intervistata in TV – riferendosi alla possibilità di morte in
seguito alle vaccinazioni.
Nel 2019 volevo contattare il
signor Mauro Cxxxxx, padre di quella sventurata ragazzina, ma su Pagine Bianche
c’era solo un tale Marcello Cxxxxx. che abitava sulla medesima via. Alle mie
domande si fece sospettoso e mi rispose che lui non conosceva nessun Mauro. Nel
2020 il nuovo elenco telefonico non riportava più il suo nome, ma io telefonai
di nuovo al medesimo numero domandando se abitava lì il signor Marcello Cxxxxx.
Una voce femminile mi rispose: “Sì, adesso glielo passo.” Il parroco del luogo
mi ha detto che c’erano due fratelli con quel cognome, che quella bambina
frequentava la parrocchia, aveva un aspetto sano e lui non sapeva nulla della
malattia cardiaca, ma che la morte era attribuita ad essa.
Ora io mi domando perché quel
Marcello avesse mentito sul fratello e perché si fosse fatto cancellare
dall’elenco telefonico e mi rispondo che molto probabilmente i signori della
medicina li avevano minacciati).
La CUF
(Commissione Unica del Farmaco) doveva valutare la rispondenza dei medicinali
ai requisiti previsti dalle leggi ed esprimere parere vincolante sul valore
terapeutico dei medicinali.
Tale
commissione è finita nelle aule dei tribunali perché riceveva tangenti
miliardarie dalle industrie farmaceutiche per ottenere l’aumento del prezzo dei
farmaci. Sulle sue ceneri è nata l’AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco) con
molteplici funzioni che ha finito anch’essa con l’avere pericolose relazioni
con l’industria farmaceutica. Cercare su internet “scandalo AIFA”.
2) VORREI UNA MEDINCINA LIBERA DAL DOMINIO
DELLE HOLDING FARMACEUTICHE
La Commissione per la Sanità del Governo
Britannico ha scritto un documento dal titolo L’INFLUENZA DELL’INDUSTRIA
FARMACEUTICA ricordando che da tempo governi e parlamenti sostengono
l’industria farmaceutica e al tempo stesso la salute dei cittadini, ma il
Segretario di Stato per la salute non può servire due padroni. Perciò,
raccomanda che la sponsorizzazione dell’industria farmaceutica passi al Ministero
dell’Industria.
Aggiunge che
fino ad oggi si è presunto che l’interesse dell’industria farmaceutica coincida
con quello dei pazienti e la prima conseguenza è l’impiego di farmaci che non
sono sicuri.
3) VORREI UNA MEDICINA LIBERA DA PREGIUDIZI E
PIÙ APERTA AL RESTO DEL MONDO E ALLE ALTRE REALTÀ MEDICHE
L’Italia è la
solita eccezione nell’Unione Europea (https://www.terranuovaedizioni.it/article1695.htm).
Il sito https://www.thinkfree.it/mnc/regolamentazione.htm
a sua volta fornisce informazioni sullo stato della legislazione in materia di
Medicine Non Convenzionali (MNC) e la Medicina tecnologica e affaristica
continua a farla da padrona facendo passare tutte le altre come spazzatura.
Secondo il
dottor Mastrangelo non si dovrebbe prescindere dallo studio delle altre
tradizioni mediche che sono praticate con successo in tutto il mondo e magari
studiare anche l’effetto placebo e servirsene.
Il medico
dovrebbe essere libero di scegliere in piena autonomia e libertà la strada da
seguire e il percorso terapeutico da offrire a ogni paziente
(N.d.R.: Direi che non si può
chiamare placebo ciò che non si può dimostrare con gli strumenti a disposizione
oggi. Probabilmente anche la teoria della relatività sarebbe stata respinta se
si fosse utilizzato il suddetto criterio. L’omeopatia è basata sull’esperienza
delle guarigioni avvenute con l’impiego di medicinali a dosi minime ma ancora
fisicamente presenti come generalmente avviene nelle malattie acute e tuttavia
viene derisa perché in altri casi trova efficaci diluizioni molto più spinte.
L’esperimento eseguito con l’istamina a diluizione molto spinta - riferito sopra,
nella storia di Benveniste riportata nel capitolo degli Eroi dimenticati della
medicina mostra l’efficacia anche di sostanze estremamente diluite, quantunque
ciò sembri inspiegabile.
D’altra parte, anche se si
trattasse di un effetto placebo, perché non lo utilizzano anche i medici? O
perché non lo lasciano utilizzare almeno agli altri? Vogliono che la gente
soffra con le loro cure piuttosto che stia bene con le cure di altri?)
Inoltre, l’istituzionalizzazione
delle Medicine Non Convenzionali è il modo più appropriato affinché la loro
pratica possa essere garantita da persone qualificate e competenti.
Negli Stati
Uniti negli anni 90 si voleva proibire il possesso di armi da fuoco da parte
delle famiglie americane. La gente protestò affermando che se il possesso delle
armi fosse stato messo fuori legge, solo i fuorilegge avrebbero potuto averle.
Allo stesso modo, secondo Mastrangelo, se le MNC verranno messe fuori legge,
come vorrebbero i signori della Medicina Convenzionale, solo i fuorilegge
potranno praticarle.
4) VORREI UNA MEDICINA CAPACE DI PREMIARE CHI
MERITA E LIBERA DAL POTERE MAFIOSO DEI BARONI
Le norme
anti-baroni approvate nel nostro Paese per la “valorizzazione del merito e la
qualità del sistema universitario e della ricerca” sono in realtà inefficaci
poiché il fenomeno dei baroni, del clientelismo e dell’educazione del nostro
popolo non permette di combatterlo con un decreto-legge.
Qui
Mastrangelo riporta la seconda parte dell storia del ricercatore mancato.
Costui osò
portare in tribunale anche il ‘pezzo da novanta’ e i suoi collaboratori,
commosse gli ascoltatori con una deposizione vera e toccante ma non ottenne
nulla nei fatti, almeno fino a quando scrisse questo racconto. Anzi gli fu
perfino impedito di usare il computer e malgrado le sue specializzazioni e
l’esperienza acquisita in trent’anni di laurea non riuscì nemmeno a essere
reintegrato nella comunità accademica.
N.d.R: Ho
l’impressione che il dottor Mastrangelo in pratica non faccia proposte concrete
adeguate a risolvere il problema sollevato.
Nonostante che
io non sia dell’ambiente medico, oso esprimere la mia opinione.
A mio parere è
necessario:
1)
Abolire il requisito dell’iscrizione all’albo
dei medici per poter esercitare la professione medica, realizzando una netta
distinzione tra iscritti e non iscritti o radiati affinché ciascun cittadino
possa scegliere secondo le sue convinzioni. I medici non iscritti (o radiati)
dovrebbero farlo presente in cartelli affissi ai loro ambulatori, precisarlo
nelle loro ricette e certificati e farsi firmare dal paziente in occasione
della prima visita una dichiarazione che lui non è allineato con la medicina
ufficiale, rilasciandone una copia al paziente stesso.
2)
Istituire anche nei pubblici ospedali un reparto
apposito, nel momento in cui vi fosse un abbondante numero di medici non
allineati, disponibili a lavorare in esso.
3)
Obbligare le reti televisive a dare un minimo di
spazio alle altre scuole mediche, ad esempio altrettanto tempo,
complessivamente, quanto se ne dà alla sola medicina ufficiale e subito prima o
subito dopo le trasmissioni riservate a quest’ultima.
4)
Istituire una facoltà di laurea per ognuna delle
altre scuole mediche (igiene naturale, omeopatia, medicina tradizionale cinese
oppure macrobiotica, ayurveda).
5)
Istituire un pubblico registro delle medicine alternative
in cui siano obbligati a registrarsi i professionisti che le esercitano in via
abituale e dietro compenso, indipendentemente dal conseguimento di una laurea,
purché dichiarino al pubblico di non averla conseguita.
6)
Avvisare i cittadini nelle sale d’attesa delle
AUSL che esistono altre scuole mediche e che potranno conoscerne i
professionisti e le loro generalità consultando i pubblici registri anche attraverso
internet.
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